IL RUOLO DEL GUARITORE

Per pura convenienza, spesso parlo di me come di un “guaritore”, ma la verità è che non lo sono. Non guarisco nessuno. D’altra parte non lo farete neanche voi. Se siete, o volete diventare un guaritore, il vostro compito è semplicemente quello di ascoltare e di aprirvi per ricevere l’energia che vi permette di divenire il catalizzatore che guarisce il vostro paziente. Quella della guarigione è una decisione stipulata tra il paziente e l’universo.

(Sempre per convenienza, e anche per abitudine, uso la parola paziente quando mi riferisco alla persona che si rivolge a voi per una guarigione; potrei riferirmi a quella persona come l’individuo sul vostro tavolo, sia esso il lettino per il massaggio o un tavolo per visite, ma potrebbe anche essere un divano, un letto o qualunque altro posto ritenuto conveniente. Quando uso il termine paziente, non vi sto dando la qualifica di dottore, e comunque la cosa non vi sarebbe d’aiuto. È semplicemente la parola che a me viene più facile. Se vi piace pensare a queste persone come clienti, o se c’è un’altra parola che vi piace di più, sentitevi liberi di usarla. Se poi ne trovate una ancora migliore, fatemela sapere!)

L’“ascolto” del quale parlo è uno stato di recettività dell’essere. Quando ascoltate un suono, i vostri timpani ricevono delle vibrazioni di una specifica frequenza, cioè onde sonore. Quando ascoltate “più attentamente”, ciò che fate è tentare di ottimizzare la recettività. A volte per farlo mettete anche le mani attorno agli orecchi. Quando “ascoltate” da guaritori portate questo focus recettivo nelle mani o in qualunque parte del vostro corpo funga da punto focale delle vostre energie. È in questo stato recettivo che il miracolo della comunicazione raggiunge un livello totalmente nuovo.

In qualità di “guaritori” siamo un anello nella catena della riconnessione. L’energia che guarisce proviene dalla Sorgente, scorre dentro e attraverso di noi, emana da e verso di noi. Questa energia è come la luce che filtra attraverso un prisma.Noi siamo il prisma. Ci uniamo al paziente e all’universo, generando un campo che è costituito di amore, nel senso più alto della parola, e unità. I bisogni del paziente vengono riconosciuti dall’universo che fornisce le circostanze e le risposte a questi bisogni.”

Eric Pearl.


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