PROF. PANTELLINI; LA CHEMIOTERAPIA E' CANCEROGENA (1° parte)
(parte 4) https://www.youtube.com/watch?v=oJCvPmvltAs
“Un cerchio si chiude” questo è stato il titolo del convegno internazionale promosso dalla Fondazione Valsè Pantellini dove vari esperti sono intervenuti per presentare gli studi più recenti e i traguardi raggiunti con l'applicazione della metodica messa a punto dal dottor Pantellini, ossia la somministrazione di ascorbato di potassio e ribosio, nel campo delle malattie degenerative, soprattutto in ambito oncologico. L'ascorbato di potassio è un sale derivato dalla vitamina C non tossico e privo di effetti collaterali. È oggetto di studio il trattamento con ascorbato di potassio associato al D-ribosio, uno zucchero, per la protezione di cellule e tessuti dallo stress ossidativo e per limitare la riproduzione incontrollata tipica delle cellule tumorali maligne.
Il cancro: una malattia multifattoriale
Il cancro è una malattia antica visto che se ne trovano tracce in reperti fossili di dinosauri. Fin dalla loro nascita, le terapie curative sono state improntate all'uccisione della cellula tumorale, con il pesante effetto collaterale connesso all'abbattimento della qualità di vita per l'alta tossicità delle sostanze somministrate.
Come riporta il dottor Guido Paoli, “le mutazioni genetiche responsabili dell'insorgenza del cancro e di altre malattie degenerative sono una conseguenza indiretta di danni ossidativi che coinvolgono la membrana cellulare e i mitocondri”. Questi danni sono interpretati dal “cervello” della cellula, il suo nucleo, come una spinta alla mutazione del proprio patrimonio genetico per adattarsi all'ambiente che sta mutando.
Inoltre, l'insorgenza del cancro è dovuta alla combinazione di più fattori scatenanti (inquinamento, stress, radiazioni, predisposizione genetica) ognuno dei quali non è correlato all'altro. Per questo non esiste un'unica molecola che possa contrastare la proliferazione incontrollata delle cellule tumorali. In tale ottica si inserisce l'uso combinato dell'ascorbato di potassio ed il D-ribosio il quale, da una parte mantiene le corrette concentrazioni elettrolitiche nelle cellule sane e, dall'altra, limita o esaurisce le risorse energetiche delle cellule tumorali, favorendo l'eliminazione di glucosio, per creare un ambiente ostile.
Tumore, stress ossidativo e ascorbato di potassio
“Uno dei meccanismi coinvolti nello sviluppo di un tumore è lo stress ossidativo che genera delle specie reattive dell'ossigeno capaci di danneggiare sia il DNA che altre strutture cellulari” spiega il dott. Massimo Fantini, dell'Università degli studi Roma 2-Tor Vergata. Sono numerosi gli studi scientifici a riguardo che provano, in particolare, un danneggiamento della pompa sodio/potassio, una sorta di “canale” che attraversa la membrana cellulare da parte a parte. L'alterata attività di questa pompa provoca uno squilibrio nel trasporto del sodio e del potassio che, a sua volta, causa un aumentato ingresso di glucosio nella cellula con un incremento della respirazione cellulare e una proliferazione incontrollata.
Anche il ruolo dello ione potassio (K+) e del D-ribosio sono noti: il D-ribosio partecipa alla produzione di energia nella cellula oltre ad essere il precursore di alcuni amminoacidi mentre il potassio è coinvolto in molti processi tra i quali il mantenimento del potenziale di membrana. Dai risultati preliminari di uno studio condotto per analizzare l'effetto antitumorale dell'ascorbato di potassio da solo o in combinazione con il ribosio su cellule di carcinomi mammari, il dott. Fantini ha evinto come “la somministrazione combinata con ascorbato di potassio da solo o in combinazione con D-ribosio è risultata più efficace dopo quattro giorni con una inibizione della crescita cellulare”. Non solo, “l'ascorbato di potassio, in associazione con il ribosio, determina, dopo solo due giorni di somministrazione, un significativo aumento di cellule morte” conclude il dott. Fantini. La ricerca portata avanti dal dott. Luca Bruni e la dott.ssa Simonetta Croci, ricercatori dell'Università di Parma e INBB di Roma, ha dimostrato invece come l'utilizzo combinato di potassio e D-ribosio (K:D-Rib) su linee cellulari stabilizzate di carcinomi umani alla mammella produce non solo un rallentamento della proliferazione delle cellule, ma anche la riduzione della capacità di invadere un tessuto da parte di cellule di tumore mammario rispetto a cellule non tumorali di epitelio mammario. “Questi dati sperimentali, unitamente ad una ricca bibliografia sui canali del potassio, ci hanno portato ad ipotizzare che una fine regolazione della concentrazione di K+ sta alla base di un corretto funzionamento delle cellule” spiegano il dott. Luca Bruni e la dott.ssa Simonetta Croci. È nata dunque l'esigenza di capire se il potassio entrasse oppure no nelle cellule a seguito del trattamento con K:D-Rib. Attraverso un elegante esperimento teso a dimostrare, nella cellula, la formazione di una specifica macromolecola che avviene solo a idonee concentrazioni di K+, i due ricercatori hanno così concluso: “I dati preliminari mostrano che, a seguito della somministrazione di K:D-Rib una quantità di ione K+ entra nella cellula e che il D-Ribosio è implicato nel favorire questo ingresso, ristabilendo la concentrazione fisiologica di K+”.
Non meno importanti i risultati ottenuti dallo studio svolto nell'ambito di un progetto finanziato dall'Università di Siena che si è basato sul monitoraggio di markers di stress ossidativo di proteine, lipidi e DNA prima e dopo l'assunzione di ascorbato di potassio con ribosio (dopo approvazione di un comitato etico), da parte di pazienti affetti da patologie congenite del tessuto connettivo e patologie degenerative (morbo di Parkinson, Alzheimer, condizioni di invecchiamento precoce), valutando anche l'andamento clinico della malattia. “Gli studi, eseguiti nell'arco di dieci anni” spiega la dott.ssa Cecilia Anichini “hanno dimostrato l'importanza della stress ossidativo nelle patologie considerate con un miglioramento sia del quadro clinico che dell'assetto dei biomarker, variabile sulla base dell'età, del quadro clinico e dei parametri da stress, senza evidenziare nessun tipo di effetto avverso”.
Non meno importanti i risultati ottenuti dallo studio svolto nell'ambito di un progetto finanziato dall'Università di Siena che si è basato sul monitoraggio di markers di stress ossidativo di proteine, lipidi e DNA prima e dopo l'assunzione di ascorbato di potassio con ribosio (dopo approvazione di un comitato etico), da parte di pazienti affetti da patologie congenite del tessuto connettivo e patologie degenerative (morbo di Parkinson, Alzheimer, condizioni di invecchiamento precoce), valutando anche l'andamento clinico della malattia. “Gli studi, eseguiti nell'arco di dieci anni” spiega la dott.ssa Cecilia Anichini “hanno dimostrato l'importanza della stress ossidativo nelle patologie considerate con un miglioramento sia del quadro clinico che dell'assetto dei biomarker, variabile sulla base dell'età, del quadro clinico e dei parametri da stress, senza evidenziare nessun tipo di effetto avverso”.
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