l’azione terapeutica del colore.



La malattia non ha un valore in sé ma è il simbolo di qualcos’altro; l’obiettivo del terapeuta sarà quello di comprendere il valore e il significato che si nasconde dietro questo simbolo, cercare di svelarlo, rivelarne la vera natura affinché l’uomo comprendendolo possa trarne aiuto.

Prendiamo l’esempio dell’organo fegato: tutti sappiamo come oltre alla sua azione fisica, il fegato rappresenti anche l’organo che esprime la rabbia; è frequente nel linguaggio comune utilizzare espressioni come: «Ho un fegato quanto una casa» o «Ho avuto un travaso di bile».

Una problematica epatica quindi è il simbolo del fatto che si vive un momento o una situazione in cui non si è riusciti a gestire la nostra collera. La patologia epatica quindi viene a dirci: «Confrontati con la collera, comprendi che gestire la situazione che ti si presenta attraverso una costante arrabbiatura non è utile per risolverla, ma anzi ti farà ammalare».

Essa servirà ad affrontare quindi lo stress del momento da un punto di vista diverso, ci servirà a relativizzare la sua portata in quanto comprenderemo che gestire questa situazione con rabbia lungi dall’aiutarci ci farà invece ammalare. Se abbiamo per esempio un vicino di casa rumoroso, conti- nuare a lamentarci, arrabbiarci, o peggio andare alla guerra con lui, non lo renderà meno rumoroso, ma porterà soltanto, fra le altre cose, a disturbi epatici. La malattia ha solo a che fare con il modo in cui affrontiamo i nostri conflitti, l’incapacità di gestire la collera, il rancore, la tristezza, la paura, gli attaccamenti alle cose, alle persone, la difficoltà con la quale riusciamo a rielaborare i lutti, i traumi, le perdite.

Se comprendo che questi derivano dal vicino e dalla mia guerra con lui capirò al tempo stesso come non valga assolutamente la pena di ammalarsi per un problema del genere: imparerò a lasciar correre e ad accettare la situazione, o meglio magari troverò la forza per affrontarla con il mio vi- cino, in una maniera non conflittuale, cercando di esporgli in maniera adeguata e gentile le mie motivazioni e innescando magari risposte e comportamenti analoghi.

Se viviamo una condizione di difficoltà lavorativa, imputare tutta la colpa alla crisi che ci circonda non contribuirà certo a risolverla, ma piuttosto ci toglierà risorse energetiche e fisiche importanti per fronteggiare le nostre difficoltà e magari superarle. Questo nuovo atteggiamento è quindi l’u- nico in grado di portare benessere al nostro corpo e di ristabilire lo stato di salute; il colore svolge un ruolo straordinario nell’aiutarci a comprendere il significato delle malattie e a mutare atteggiamento. La comprensione grazie al colore

I colori parlano il linguaggio dell’anima, l’unico che può essere realmente compreso nell’individuo perché arriva direttamente al suo inconscio, lì dove sono registrati i suoi aspetti più profondi. Essi consentono all’uomo di vedere chiaro qualcosa che ha già dentro di sé in forma non razio- nale e inconscia. E il linguaggio dell’anima è sempre un linguaggio ricchissimo di parole-significati-sfumature, molto più espressivo del linguaggio verbale e in grado di comunicare infinitamente di più delle semplici parole.

Per comprendere quindi perché un organo si è ammalato dobbiamo comprendere l’informazione che lo ha reso tale.

La comprensione del retroscena psichico spirituale di una malattia organica diventa quindi il primo passo all’interno di un percorso evolutivo e di salute. Esso di per sé, però, il più delle volte non basta ad attivare processi di guarigione: la semplice presa di coscienza, pur essendo particolarmente importante, finisce il più delle volte con il non essere sufficiente a determinare il benessere dell’individuo. Ecco allora che entra in gioco la cromopuntura che, essendo luce, è informazione pura, in grado cioè di interagire e regolare l’informazione alterata a monte del danno organico, di veicolare una nuova informazione di salute e di conseguenza di contribuire all’alleviamento del sintomo organico stesso.

Grazie alla sua azione il paziente è in grado di rielaborare il conflitto psico-spirituale che è a monte della sua patologia, una rielaborazione che avviene a livello del suo inconscio, lì dove quel conflitto è registrato.

È come se la presa di coscienza di quel conflitto avvenisse in maniera non verbale, ma attraverso l’azione terapeutica del colore. ( Vincenzo Primitivo)


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