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venerdì 27 aprile 2018

INTERAZIONE TRA SOGGETTO E GUARITORE

Durante l’interazione tra soggetto e guaritore, si crea l’ambiente ideale quando è il soggetto a chiedere la guarigione. A volte amici o familiari ben intenzionati chiedono la guarigione all’insaputa del soggetto. Ma questo non riflette sempre la sua intenzione o i suoi desideri. A volte colui che deve ricevere la guarigione non sa di averne bisogno, oppure per qualche motivo non si sente a suo agio a lavorare con un guaritore. Questo suo atteggiamento va rispettato. Guarire qualcuno che non vuole essere guarito è come insegnare a fischiare a un maiale: è una perdita di tempo e infastidisce il maiale.

Quando è il soggetto a chiedere la guarigione, può essere lui a prendere l’iniziativa dell’interazione, oppure può rispondere all’offerta di aiuto del guaritore. Se un guaritore chiede a qualcuno che non sta bene: «Cosa posso fare per te?», oppure «Sono un guaritore, ti posso aiutare?», l’altro può chiedergli di essere guarito. Oppure il soggetto può cercare il guaritore e chiedergli una guarigione. Nella situazione ideale, il desiderio di essere guarito dovrebbe essere esplicitato, e non solo sottinteso. È come stipulare un contratto tra le due parti, con cui ci si impegna a soddisfare i bisogni del soggetto. Più la persona spiega il suo disturbo in modo esplicito, più chiarisce a se stessa che ciò che sta accadendo al suo corpo o alla sua coscienza dev’essere modificato. Se, per esempio, la persona ha le emorroidi, lo dovrebbe dire, invece di affermare: «Ho un problemuccio con il mio Chakra Rosso».

Se ha l’AIDS, lo deve dire, ed esprimere il desiderio di guarire, aspettandosi che ciò accada. In altre parole, di solito è molto più efficace per il soggetto dire esattamente al guaritore che cosa deve essere guarito, nel modo più onesto, diretto, chiaro e conciso possibile. Le parole «Io voglio essere guarito» implicano che una guarigione è necessaria. La persona prende atto che, per lei, qualcosa non funziona come dovrebbe, sia nel suo corpo che nella sua vita, e ammette che questo è il suo stato prima della guarigione. Si rende anche conto che desidera la guarigione, che vuole che la situazione cambi, e che è pronta ad accettare il cambiamento, adesso.

Ci sta anche dicendo che si aspetta che accada ora. È necessario che il guaritore acconsenta alla richiesta di guarigione del soggetto, aspettandosi anch’egli di riuscire a realizzarla, creando un allineamento di obiettivi e di intenzioni nella coscienza dei partecipanti all’evento. Fatto questo, è come se fosse iniziato un film di cui si conosce già la fine. La fine del film è la guarigione avvenuta. Semplicemente, non è ancora stata effettuata. È un po’ come vedere un film di James Bond. Ancor prima di sederci, sappiamo come va a finire. I buoni vincono, i cattivi perdono, il mondo è salvo e James Bond si ritrova con la bella donna, di solito su una barca.

L’esito è sempre lo stesso e, quando ci sediamo davanti allo schermo, ci interessa vedere in che modo vi si arriverà questa volta. In un certo senso anche la guarigione funziona così. La fine è scontata, la guarigione accadrà nel futuro, e tutto quello che resta da fare è interpretarla e guardarla manifestarsi nella realtà fisica esterna. L’intenzione è stata fissata. Quindi, dopo esserci preoccupati dei preliminari, possiamo procedere con la vera e propria guarigione. Guaritori diversi usano forme di guarigione diverse. Alcuni preferiscono lavorare con il soggetto sdraiato, o seduto, perché possa restare aperto e rilassato. Ovviamente, la guarigione può avvenire con il soggetto in qualsiasi posizione stabilita. Ma se un guaritore si trova ad assistere a un incidente, forse non è il caso che, prima di passare all’azione, decida che deve sistemare il soggetto su un tavolo, o su una sedia, avere luci soffuse, incenso e musica, e ottenere il silenzio completo. Tuttavia, a parte il caso del pronto soccorso, ogni guaritore decide il suo modo ottimale di lavorare.


Qualsiasi cosa siate in grado di fare di persona, con la guarigione di contatto, potete ripeterlo anche a distanza. Non importa quale sia la distanza, che può variare da qualche millimetro a migliaia di chilometri. Dopotutto, non stiamo lavorando con il corpo fisico, ma con la coscienza, che non ha limiti di tempo né di spazio. È sempre la coscienza che vedete e guarite

Brofman Martin

vedi anche guarigione a distanza
https://cromopuntura-cromos.blogspot.it/2016/10/guarigione-distanza.html

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