IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE

Io giuro su Apollo medico e Asclepio e Igieia e Panacea e su tutti gli dei e le dee prendendoli a miei testimoni che portero' a compimento secondo il mio potere ed il mio giudizio questo giuramento e questo impegno scritto [...] Faro' uso delle misure dietetiche per il giovamento dei pazienti secondo il mio potere e il mio giudizio e mi asterro' da nocumento e da ingiustizia. E non daro' neppure un farmaco mortale a nessuno per quanto richiesto ne' proporro' un tal consiglio; ed ugualmente neppure daro' ad una donna un pessario abortivo. Ma pura e pia conservero' la mia vita e la mia arte [...] In quante case io entri mai, vi giungero' per il giovamento dei pazienti tenendomi fuori da ogni ingiustizia volontaria e da ogni altro guasto, particolarmente da atti sessuali sulle persone sia di donne che di uomini, sia di liberi che di schiavi. Quel che io nel corso della cura o anche a prescindere dalla cura o veda o senta della vita degli uomini, che non bisogna in nessun caso andare fuori a raccontare, lo tacero' ritenendo che in tali cose si sia tenuti al segreto. Portando dunque a compimento questo giuramento e non violandolo mi sia dato di avere il frutto della vita e dell'arte, famoso presso tutti gli uomini per sempre nel tempo, ma trasgredendolo e spergiurando il contrario di cio'.

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