LE TRE PENTOLE
La cromopuntura nasce come variante dell’agopuntura, per sviluppare regole e tecniche proprie.
Padre dalla scienza è il dottor Peter Mandel, medico interessato e praticante della medicina alternativa. Negli anni ’70, alla fine di un periodo di sperimentazione, il medico pone le basi della cromopuntura, o colorpuntura.
Di base, il metodo ricorda l’originaria agopuntura: conoscere la struttura del corpo umano ed agire contro eventuali problemi. Secondo Mandel, il corpo umano presenta una griglia energetica che nasce dall’intreccio di linee energetiche, sia orizzontali che verticali. Quando le linee si toccano, nascono delle turbolenze energetiche, che possono aver bisogno di essere riequilibrate. A riguardo, la cromopuntura insegna come i disturbi siano legati ai serbatoi energetici, detti anche pentole colorate. La pentola rossa tocca i disturbi degenerativi-rigidi, la pentola gialla quelli tossico-reattivi. Infine, la pentola blu riguarda le malattie endocrino-neurovegetative.
A questo punto, entra in gioco il terapista. Egli usa uno strumento che unisce un generatore ed un proiettore di luce. Quest’ultimo agisce da filtro e decide il colore da proiettare; il cromopuntore impugna la parte finale dell’attrezzo, una sorta di penna con 7 punte: cristalli di quarzo, ognuno di diverso colore.
Durante le sessioni, l’esperto usa la penna sul paziente. I colori curativi base sono il blu, che si usa sulle linee verticali, il giallo, che si usa sulle linee orizzontali, ed il rosso, sulle diagonali. A volte, è possibile optare per la “sintesi cromatica”, dove due o più colori vengono uniti.
Regola base è che i punti sensibili subiscano un’irradiazione che oscilla da 30 secondi ad 1 minuto: tuttavia, le diverse scuole indicano luoghi corporei diversi. La maggior parte si base sullo schema dell’agopuntura cinese, anche se non mancano riferimenti alla medicina ayurvedica.
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