... Non Solo Cromopuntura

lunedì 25 marzo 2013

LA PERCEZIONE DEL COLORE


Il primo elemento sul quale è necessario riflettere è che la percezione non identifica il mondo esterno, ma è il risultato di una simulazione ricostruttiva generata dal nostro cervello sotto il controllo di una determinante genetica, delle interazioni tra noi e l’ambiente esterno che ci circonda.
CHE COS’E’ IL COLORE?
Per capire cosa è il colore è necessario parlare del fenomeno della visione.
In fisica il colore è un aspetto della sensazione visiva, cioè una percezione visiva generata da segnali nervosi che i fotorecettori della rétina inviano al cervello nel momento in cui vengono assorbite radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d’onda e frequenzenell’intervallo dello spettro della luce visibile.
Semplificando, cosa accade?
Grazie alla presenza di una qualsiasi sorgente di luce siamo in grado di vedere e percepire il colore. E’ necessario specificare che secondo il tipo disorgente di luce il colore può, in alcuni casi, essere percepito in maniera alterata.
La radiazione colpisce un determinato oggetto, viene trasmessa, assorbita e riflessa, e la parte riflessa consente la percezione del colore dell’oggetto stesso.
Ma cerchiamo di analizzare in maniera più approfondita cosa succede dal punto di vista fisico.
LO SPETTRO ELETTROMAGNETICO
Il fenomeno del colore ha origine attraverso l’emissione di radiazioni elettromagnetichenell’intervallo della luce visibile, che costituisce una parte infinitesimale dello spettro elettromagnetico (Figura 1). Lo spettro è costituito dall’insieme delle onde elettromagnetiche, che sono delle perturbazioni con proprietà elettriche e magnetiche che si propagano nello spazio e che sono in grado di trasportare energia da un punto all'altro. La perturbazione è costituita dalla vibrazione simultanea di due enti immateriali detti campo elettrico e magnetico attorno alla loro posizione di equilibrio (che corrisponde all'assenza di perturbazione). All'interno dello spettro le onde elettromagnetiche sono descritte da una lunghezza d’onda λ e da una frequenza f.
Le tipologie di onde elettromagnetiche che costituiscono lo spettro sono:
  • la luce visibile, cioè la luce emessa da qualsiasi sorgente di luce: il sole, una lampada o qualunque elemento in grado di illuminare gli oggetti;
  • le radiazioni infrarosse emesse da qualsiasi corpo che emette calore. Esistono degli strumenti in grado di "vedere" la radiazione infrarossa, come ad esempio le termocamere utilizzate in edilizia per verificare le performance energetiche degli edifici;
  • le microonde, radiazioni in grado di scaldare i corpi, meglio conosciute attraverso l’utilizzo degli omonimi forni;
  • le onde radio, utilizzate per le telecomunicazioni (radio, televisione, cellulari, etc.);
  • raggi ultravioletti, utilizzati in campo medico e professionale per la sterilizzazione e meglio conosciuti nel processo di abbronzatura dell’epidermide;
  • raggi X, utilizzati in campo medico per le radiografie;
  • raggi γ, radiazioni più complesse emesse nelle disintegrazioni nucleari ed attualmente utilizzati in medicina nucleare.

    LE RADIAZIONI VISIBILI
    Le radiazioni visibili per l'occhio umano sono comprese in una fascia molto limitata dello spettro compresa tra le lunghezze d'onda di circa 380 e 780 nm (un nanometro corrisponde ad un miliardesimo di metro). In realtà questo intervallo non è fisso, poiché dipende dalla sensibilità dell’occhio umano e quindi da soggetto a soggetto. Questo aspetto “soggettivo” è fondamentale per la comprensione del colore, ognuno di noi ha infatti la capacità di percepire i colori in maniera differente.
    La capacità dell’uomo di percepire sotto forma di luce soltanto una parte così limitata delle radiazioni elettromagnetiche è dovuta alla particolare natura dell’occhio umano. Il nostro occhio ha la facoltà di distinguere i diversi colori, cioè di stabilire un confronto fra onde di differente lunghezza dello spettro visibile. Quando l'occhio riceve una radiazione la cui lunghezza d'onda è, ad esempio, di 470 nm viene percepita una luce blu, mentre una radiazione di 600 nm corrisponde ad una luce di colore arancione.
    I vari colori fondamentali corrispondenti alle diverse oscillazioni comprese nei limiti indicati (380 e 780 nm) sono ben distinguibili nell'arcobaleno e sono indicati nella tabella 1.










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