... Non Solo Cromopuntura

mercoledì 24 agosto 2011

LE SUPERCONDUZIONI DEI CAMPI GRIGI


Lo sguardo allo specchio 
Talvolta anche il caso (se esiste) aiuta. Una mattina stavo davanti allo specchio e osservavo la mia immagine riflessa. Quello che vedevo, naturalmente, ero io. Potevo osservare me stesso con gli occhi aperti. Se cambiavo espressione, potevo riconoscere immediatamente questo cambiamento nello specchio. Il fatto che un’immagine in uno specchio reagisca immediatamente a qualsiasi nostra azione non è affatto una nuova scoperta. Ma che cosa succede quando chiudiamo gli occhi? Noi agiamo, e sicuramente la nostra immagine allo specchio reagisce, ma noi non vediamo nulla. Siamo letteralmente “all’oscuro”. Non cambia praticamente niente, se non che noi non possiamo più osservarci e percepire i mutamenti che avvengono in noi. In fondo, lo “specchio, specchio delle mie brame” parlante appartiene solo al mondo delle favole. Tuttavia, anche con gli occhi aperti, pensiamo: le persone che ci osservano possono trarre su di noi delle informazioni come uno specchio. La persona, l’osservatore silenzioso, è il “terzo elemento” che rende possibile il riconoscimento al di fuori della nostra percezione. Io paragono a questo osservatore il modello del campi grigi sovraordinati, che (metaforicamente parlando) non si lasciano fuorviare dalla cecità dei nostri sistemi corporali, ma sono invece i “testimoni silenziosi” di ciò che succede dentro di noi. Se vogliamo farli parlare e indurli a rompere il loro silenzio condividendo le informazioni da loro accumulate, così che noi ritroviamo il nostro giusto, e perciò sano, “modello di comportamento”, serve un impulso, un modo per “attaccare discorso”. Di fatto, le terapie con il campo sovraordinato di colore grigio hanno ottenuto proprio questo effetto. Per tornare al mio esempio: me ne sto davanti allo specchio con gli occhi chiusi; nel momento in cui apro gli occhi, riconosco immediatamente la mia “attuale” immagine riflessa. E riconosco le forze che, eventualmente, hanno agito su di me mentre ero “cieco”. Io vedo, riconosco e posso correggere – direttamente e in modo mirato. 
Per favore, nel leggere questa “storia di specchi”, pensate a una cosa: alla base delle mie riflessioni, non c’era la costruzione mentale, bensì l’osservazione delle reazioni durante le terapie. Io cercavo solo di chiarire a quale reazione scatenasse l’utilizzo pratico del colore grigio sui diversi campi, molto prima di ricercare il come e il perché. 
Attivare le informazioni “silenziose” 
Conferiamo ora il ruolo dell’osservatore della nostra storia di specchi alla superficie del corpo, così che corrisponda ai campi di riflesso sovraordinati. Se noi siamo in salute, i suoi modelli trasmettono informazioni ai segmenti del nostro corpo a loro corrispondenti e restituiscono un sistema perfettamente funzionante. Sono paragonabili a cuoco che assegna a ciascuno dei suoi dipendenti una parte di lavoro e controlla che le sue istruzioni vengano seguite perfettamente. Se, però, il cuoco si tiene le proprie conoscenze per sé, compromette l’intero processo e rischia il peggior fallimento. Tornando al nostro corpo, questo significa che i campi grigi sovraordinati si chiudono e non forniscono più le informazioni regolatrici alle cellule, agli organi e al sistema. La persona si ammala. Sicuramente, il modello all’interno dei campi è ancora presente, ma, senza riflesso, l’informazione contenuta rimane inattiva. 
Abbiamo imparato dalla cromopuntura che l’informazione si infiltra lungo i meridiani attraverso l’irradiazione di punti e zone specifici con colori con determinate lunghezze d’onda. La cromopuntura si basa, quindi, su un modello di movimento, un trasferimento di informazioni attraverso la luce. Come poteva essere direzionato, però, un “campo grigio”, che non è definibile in lunghezze d’onda, dato che il grigio, come sappiamo, non emette radiazioni? Poteva essere che all’interno del corpo vi fossero delle “superconduzioni” (simili all’osservazione istantanea allo specchio) con una conduttività infinitamente grande e nelle quali ciascuna informazione poteva trovarsi, di volta in volta, in un qualsiasi punto? Questo avrebbe significato che, attraverso la riattivazione di un campo grigio con il colore grigio, non solo era possibile dischiudere i relativi modelli, ma anche trasferire tutte le informazioni contenute in un campo ai centri funzionali corrispondenti, in modo immediato e perciò anche con un effetto immediato. Un salto nel tempo senza perdita di informazioni, esattamente come noi con uno sguardo allo specchio riconosciamo istantaneamente la nostra immagine. 

Peter mandel: i campi grigi

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...