... Non Solo Cromopuntura

mercoledì 29 agosto 2018

LA FEDE E’ L’INGREDIENTE SEGRETO DELLE TERAPIE EFFICACI





La maggior parte delle terapie efficaci sono accomunate da un ingrediente segreto: la fede.
Si potrebbero usare altri termini per descrivere questo ingrediente che c’è, ma non si vede. Tuttavia la parola fede ha, a mio avviso, la capacità di portare la nostra attenzione direttamente al centro della questione. La maggior parte delle terapie efficaci funzionano anche perché le persone ci credono. Ci crede chi le riceve e ci crede chi le esegue.


Qualcuno potrebbe obiettare che oggi, nell’epoca moderna, crederci non sia più così importante, dal momento che le terapie che mettiamo in atto in medicina sono rigorose, scientifiche e dimostrate.
Tuttavia, chi è un po’ più avvezzo alla medicina praticata e vissuta, sa bene che ci sono numerosi “ vuoti” di dimostrazione colmati da piccoli grandi atti di fede.


LA FEDE: UN INGREDIENTE SEGRETO, MA NON CELATO
La fede è un ingrediente segreto di molte terapie efficaci. Segreto ma non celato.Medici o pazienti dicono o pensano spesso “Speriamo!” e ancora più spesso “Proviamo!”. In quei momenti stanno esercitando la fede.
È vero, non mettono la fede nell’elenco degli ingredienti del loro successo terapeutico. Tuttavia, la esercitano. La esercitano, ma non la praticano. Ne fanno un uso “spontaneo”.


UN TEMPO LA FEDE FU … PARTE ESPLICITA DELLA TERAPIA
La fede, il crederci, tuttavia, non è sempre stato un ingrediente segreto. In molte epoche medico e paziente si sono reciprocamente esortati ad avere fede nella terapia. Il medico diceva al paziente “Abbi fede! Credici!”. E il paziente diceva al medico “Ci credo! Fai tutto quello che serve per guarirmi”.
Medico e paziente hanno coltivato la loro fede nella terapia per secoli. Hanno considerato per tanto tempo il crederci importante tanto quanto il sapere e il fare.



POI CREDERCI E’ DIVENTATO UN FATTO SEGRETO
Poi, il crederci è diventato simbolo di fragilità. Se devi crederci vuol dire che quello che fai non è così certo, così convincente. Se devi crederci … stai dicendo che non ne sei certo.
Così è giunta l’epoca delle dimostrazioni scientifiche. Dimostrare la certezza di una terapia prima di eseguirla per non aver più la necessità di credere.
Se non ci credo abbastanza sarà meglio che prima lo dimostri!
Ma a cosa servono le dimostrazioni se non a ridurre l’incertezza e a rendere spontaneo il crederci? Lo dimostro affinché io stesso e altri possiamo crederlo.
E che dire dei momenti in cui ancora la certezza non c’è, ma c’è la possibilità che qualcosa che ancora non è certo possa funzionare? I momenti in cui emerge un’idea, una nuova idea! Una nuova idea di terapia …
Se si vuole dimostrare l’efficacia di una nuova terapia … si dovrà prima tentare e per tentare sarà necessario per un attimo crederci e avere fede.
O sbaglio? Possiamo dimostrare qualcosa senza prima sperare, credere e aver fede che funzioni?


UNA SCIENZA SCARAMANTICA
Se la medicina fosse così scientifica, ci sarebbe un lungo elenco di ipotesi tentate, ma non riuscite. Possibili terapie miracolose, smentite.
Invece oggi quell’elenco è molto piccolo. E difficile da reperire. E’ come se ogni terapia che è creduta efficace … prima o poi viene dimostrata efficace.
In realtà sappiamo che solo la metà dei risultati dei trial medici sono pubblicati (vedi Alltrials).Tendiamo infatti a non pubblicare la maggior parte dei trial clinici con risultato negativo. Tendiamo a non rendere pubblici quei documenti che negherebbero l’efficacia delle terapie. Come se evitassimo di metterci davanti all’evidenza del fatto che stiamo continuando a credere nelle terapie e a forza di credere prima o poi le rendiamo quasi tutte efficaci.


LA MEDICINA E’ FAR FUNZIONARE E NON DIMOSTRARE CHE FUNZIONA
Credere nelle terapie è ancora molto importante.
Se infatti tutti i risultati dei trial clinici fossero pubblicati, emergerebbe che non ci sono evidenze scientifiche sufficienti per dichiarare molte terapie di uso quotidiano efficaci o più efficaci di altre. Eppure … funzionano! Il risultato arriva. A volte è un po’ oneroso, ma arriva.
Ci troveremmo davanti alla realtà: il fatto che medico e paziente credano o non credano nella terapia conta ancora molto. La medicina non è eseguire pratiche solo se certe, ma è rendere funzionanti pratiche anche se incerte.
Noi non siamo razionali e rigorosi come crediamo. O meglio … essere razionali e rigorosi non è il nostro forte! Insistere a dipingerci come tali ci fa appassire … e forse morire.
Quando si crede si trascurano le incertezze e si scommette solo sulle possibilità. I risultati dubbi sfumano come neve al sole, le possibilità fioriscono come germogli innaffiati con la fede, la speranza … la dedizione.
Viviamo in un’epoca in cui credere nelle terapie non sembra importante, mentre in realtà è forse più importante oggi che in passato.
E di per sé non sarebbe un problema. Soprattutto per un medico, per cui l’importante è che possa funzionare non che sia certo.


LAVORIAMO PER FAR FUNZIONARE TERAPIE POSSIBILI
Lavoro tutti i giorni come agopuntore. Tutti i giorni lavoro per far funzionare qualcosa che non dovrebbe funzionare, stando alle dimostrazioni scientifiche disponibili. Tuttavia, so quello che i miei predecessori e maestri hanno ottenuto con l’agopuntura: ottimi risultati terapeutici.
Così il mio compito diventa un compito clinico, non razionale, ossia rendere funzionante ciò che non dovrebbe razionalmente esserlo, ma praticamente lo è stato.
Crederci. Avere fede.
Il mio compito è far funzionare, non dimostrare che funziona. Il mio atteggiamento è proprio quello di chi crede. Non credo negli aghi come religione. No. Semplicemente credo che può funzionare perché ha funzionato. Il mio compito è ritrovare ogni giorno, caso per caso, persona per persona, problema per problema il modo di farlo funzionare di nuovo.
Al tempo stesso conosco tanti colleghi che lavorano con la medicina “ufficiale” e che tutti i giorni cercano di ottenere risultati clinici … facendo tentativi. Pensate solo a quanti medici provano di risolvere sintomi fisici con un po’ di antidepressivo o di risolvere sindromi dolorose complesse con un po’ di antinfiammatorio. Tentano. Credono. Hanno fede. E fanno bene … questo è il nostro lavoro di medici.
Le persone non ci chiedono di essere razionalmente riparate … ma umanamente curate. E l’umanità ha doti non razionali.
Dunque la fede nella terapie e in terapia è un ingrediente non razionale essenziale, ma tenuto debitamente segreto.


IL TEMPO CHE PRECEDE LA CERTEZZA
E poi c’è la vita reale. La vita clinica di tutti i giorni. I momenti in cui medico e paziente sentono che qualcosa di diverso potrebbe essere fatto. Tuttavia non c’è ancora certezza che funzioni. Ma come si può essere certi prima di avere creato la certezza? E come si può creare la certezza se per un attimo non si agisce come se funzionasse? Ossia se non si agisce come se credessimo che può funzionare prima di essere certi che funziona?
E’ così che si scoprono nuove strade. Nuove terapie.



GLI INGREDIENTI DELL’INGREDIENTE SEGRETO
Osservo me stesso, i colleghi e i pazienti e mi domando cosa sia la fede utile alla terapia. Ho individuato 3 fattori essenziali che mi sembra ricorrano nella maggior parte delle terapie efficaci.
1. Smettere di domandarsi se altre terapie funzionerebbero meglio.
2. Smettere di mettere in atto azioni e pensieri come se altre terapie funzionassero
3. Mettere in atto solo e soltanto pensieri e azioni come se la terapia scelta funzionasse
Ad un osservatore esterno potrebbero sembrare dettagli di poco conto. Tuttavia, si tratta di aspetti importanti.


RIFLETTIAMO
Domandarsi costantemente se altre terapie potrebbero funzionare meglio di quella a cui stiamo lavorando produce dispersione di energie.
Le energie sono sempre poche e disperderle su più fronti riduce la possibilità di raggiungere la soglia utile a realizzare l’effetto terapeutico. Le terapie hanno bisogno di attenzione piena, come se funzionassero senza alcun dubbio. Una goccia di attenzione in meno può essere quella che fa la differenza tra una terapia quasi riuscita e una pienamente riuscita.
La fede nella terapia e durante la terapia porta a colmare un vuoto altrimenti incolmabile. Il vuoto tra quando non sappiamo ancora se la terapia funziona (o funzionerà) e quando invece siamo certi che la terapia funziona perché ha funzionato.
Lì in quel lasso di tempo la fede serve, è razionale esercitarla. E consistenell’agire come se la terapia funzionasse anche se non sappiamo ancora se funzionerà perché non ha ancora funzionato. È lì in quel momento che chi esegue o riceve una terapia efficace ci insegna tre principi pragmatici importanti:
1. Smetti di pensare se altre terapie potrebbero essere più efficaci. Non è più il momento dei dubbi.
2. Smetti di agire come se altre terapie potrebbero essere più efficaci. Non è più il momento del “meglio un cosa in più che una in meno”
3. Pensa e agisci come se la terapie che stai perseguendo funzionasse. È il tempo di imparare a far funzionare e perfezionare quello in cui credi.


gabrieledottorbovina
http://www.gabrieledottorbovina.it/2018/07/25/la-fede-e-lingrediente-segreto-delle-terapie-efficaci/




La fede non è religione,
la fede è una certezza incondizionata
che tutto quello che accadrà
è ciò che sarà necessario che accada.
Abbiate fede è ciò che accadrà
sarà sempre la cosa giusta - Marcello (fonte)

LINGUAGGIO DEL CORPO





Io sono chi Voglio Essere!

LA RABBIA






Io sono chi Voglio Essere!

martedì 21 agosto 2018

tessuto luminoso omogeneo da fibre ottiche polimeriche indossabile a lungo termine


Come voi saprete, da molti anni, per curare l’itterizia neonatale, i neonati sono irradiati di luce blu nell'incubatrice.

Un'altra applicazione della luce blu è stata concepita da ricercatori svizzeri.

Essi hanno fabbricato un tessuto che irradia la stessa luce blu e ne hanno creato un pigiamino da vestire il neonato. Con il vantaggio che non dovrà più stare nell'incubatrice in ospedale ma potrà far la terapia a casa in braccio alla mamma!

POF-yarn weaves: controlling the light out-coupling of wearable phototherapy devices Brit M. Quandt, Marisa S. Pfister, Jörn F. Lübben, Fabrizio Spano, René M. Rossi, Gian-Luca Bona, and Luciano F. Boesel

L'ittero neonatale (iperbilirubinemia) è comune nei neonati e, spesso, è necessaria una fototerapia intensiva a luce blu per prevenire gli effetti a lungo termine. Un tessuto fotonico può superare tre importanti preoccupazioni legate all'incubatore: isolamento del neonato, contatto umano e limitazioni di utilizzo. Questo documento descrive lo sviluppo di un tessuto luminoso omogeneo da fibre ottiche polimeriche da utilizzare come dispositivo fototerapico indossabile a lungo termine. L'accoppiamento in curva della luce proveniente dai POF era correlato alla produzione della trama, ad es. tessere trama e densità del filato. Il comfort, determinato dall'attrito contro un modello di pelle e la traspirabilità, è stato studiato ulteriormente. Il nostro tessuto è il primo esempio di abbigliamento fototerapeutico che viene prodotto senza post-elaborazione, consentendo una produzione commerciale più rapida.

domenica 19 agosto 2018

PROGRAMMI PER IL CERVELLO, PER LO STUDIO, PER VIVERE MEGLIO

VOGLIAMO RISOLVERE I PROBLEMI? STUDIARE BENE? AVERE PIU' CHANCE NELLA VITA?

Occupandomi di neuroacustica ormai da qualche anno, vorrei sottolineare l'estrema utilità di questi programmi. A differenza di molti altri rimedi, questi funzionano subito, dopo il primo ascolto, e se li fai almeno per un mese, non puoi non avere un risultato stabile. Consigliatissimi!

Olga Samarina
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Ce ne sono MOLTI PROGRAMMI per lo studio e per lo sviluppo delle capacità cognitive. Sembrano tutti uguali? Assolutamente NO!

Come capire quale programma è adatto a noi? Vi ricordiamo che tutti i programmi vanno ascoltati con le cuffie, meditando!

"L'ILLUMINAZIONE": LINK
Nelle ricerche di Budzinski fu notato il miglioramento della memoria, della velocità della reazione, delle capacità motorie e di quelle verbali. Questo programma beneficerà quelle persone che soffrono di disturbi stagionali che producono il rallentamento dei ritmi dell'emisfero sinistro. Il programma è una specie di "palestra" per il cervello di coloro che hanno più di 40 anni, perché è capace di migliorare e di sostenete le capacità cognitive (ciò è stato provato nel corso di numerosi studi clinici).

"SUPERPOTENZIALE": LINK
Serve per immergersi in uno stato di flusso mentre lavorate con la mentre: scrivete, studiate, imparate le lingue. Lo stato del flusso è uno stato di full immersion, quando tutto fila liscio, e assicura ottimi risultati.

"LA MOTIVAZIONE: LINK
E' per coloro che non hanno voglia di nulla, non trovano tempo e forze per iniziare a fare ciò che dovrebbero fare... per i demotivati. Dà molta energia e lucidità.

"LA STIMOLAZIONE COGNITIVA": LINK
E' più adatto a coloro che devono migliorare le loro capacità cognitive (memoria, concentrazione, resistenza) nel TEMPO. Per esempio, dovete insegnare ai corsi? Dare un esame? Preparate delle conferenze? Studiate le lingue? Scrivete delle tesi? Si ascolta una-due volte (mattino o primo pomeriggio) al giorno.

"NEURO-MESSA A FUOCO": LINK
Serve più per rinfrescare la mente, per la concentrarsi su qualcosa. Migliora le capacità motorie, utile a chi fa il bricolage, o crea qualcosa con le mani. Può migliorare la memoria se serve imparare un certo volume di informazione.

"NEUROSTIMOLAZIONE VARIABILE": LINK
Sblocca il cervello, lo smuove da un punto morto. In un certo senso, è simile a "L'Attacco al cervello" ma è più a largo spettro. Serve quando è finita una fase della vita e si deve trovare i nuovi orizzonti.

"IL MIGLIORAMENTO DELLA MEMORIA": LINK
Serve a chi ha problemi di memoria, Alla base di questo programma ci sono delle ricerche dei neuroacustici americani John Carter e Harold Rassel. Nel corso degli studi clinici avevano chiarito che una stimolazione tramite l’alternanza delle frequenze alfa e beta migliora la memoria.

"NEUROPLASTICA": LINK
E' UN CLASSICO, ma serve più impegno perché va fatto per cicli di 8-10 settimane. Sviluppa i nuovi neuroni. Allontana dalle malattie neuro-degenerative, la "peste" del nostro tempo.

martedì 14 agosto 2018

CRISTALLO DI ROCCA - CRISTALLOTERAPIA

Le cose che devi assolutamente sapere sul Cristallo Di Rocca che sicuramente nessuno ti ha mai detto.....


1) Il vero nome del cristallo di rocca è Quarzo Ialino. Questo cristallo è incolore e trasparente ed è il quarzo più diffuso sul nostro pianeta.

2) In antichità i Greci credevano che il cristallo di rocca fosse ghiaccio solidificatosi a bassissime temperature. In qualsiasi cultura è sempre stato considerato un minerale dai grandi poteri magici e terapeutici, capace di scacciare malattie e demoni oltre che ad infondere energia e forza.

3) Portare con se un cristallo di rocca rende sinceri e imparziali e rafforza la capacità di comprendere meglio gli altri mantenendo però sempre le proprie posizioni e la propria natura profonda.

4) Meditare con un cristallo di rocca aiuta a far emergere i ricordi inconsci e dimenticati. Il cristallo di rocca è considerato infatti la pietra della chiarezza per eccellenza. Questo minerale porta inoltre serenità, gioia e armonia profonda.

5) Sin dal Medioevo, si pensava che le sfere di questo minerale avessero proprietà ipnotiche e divinatorie.

6) A livello fisico il cristallo di rocca rivitalizza le zone insensibili del corpo rimuovendo i blocchi energetici. Questo cristallo ha la capacità anche di riequilibrare tutte le funzioni del cervello, rafforzare i nervi e stimolare la circolazione del sangue. Poggiare il cristallo di rocca su una zona dolorante aiuta a placare febbre, mal di testa e nausea.

7) Il cristallo di rocca favorisce l'eliminazione delle tossine oltre che aiutare a diminuire lo stress e la stanchezza accumulata.

8) Se si vuole purificare e proteggere la casa e le persone che la abitano da negatività, sarà necessario posizionare una drusa o una bella punta di quarzo in casa. Se ritenete necessario posizionatela una in ogni stanza.

9) Gli antichi cinesi credevano che tenere un cristallo di rocca in bocca riuscisse ad alleviare la sete. Per i Maja invece utilizzare questo cristallo aveva la facoltà di potenziare ogni rituale. Gli antichi romani credevano che ogni quarzo ialino contenesse lo spirito di uno sciamano morto. Questo sciamano aveva il compito di vegliare e proteggere le persone bisognose di una guida spirituale.

10) Molti sciamani utilizzano il quarzo di rocca nella pratica del recupero dell'anima. Lo scopo è quello di imprigionare il frammento di anima distaccato per poi riportarlo al paziente.

11) Il ristallo di rocca può essere ricaricato riponendolo su una lastra di shungite o su una famiglia di ametista. Può essere indicato anche un intervento di reiki, un bagno di sole a luce diretta o di luna. Quando il quarzo inizierà a rompersi vuol dire che avrà concluso il suo percorso al nostro fianco. E' questo il segnale che la pietra dovrà tornare da Madre Natura. Fatelo sempre liberandola in mare o in un corso d'acqua.

Ovviamente è bene ricordare che le pietre e i cristalli non possano essere in alcun modo considerate un’alternativa alle consuete cure mediche. L'utilizzo di tali informazioni e' sotto la responsabilità, il controllo e la discrezione unica del lettore.


giovedì 9 agosto 2018

La web-dipendenza

L'informazione per riflettere...

E' un lunghissimo articolo russo sull'influenza del suono sull'uomo e sul suo mondo.

Ci sono diverse cose interessanti, per esempio questa:


"Riflettete sulle parole "la rete (ragnatela) internet". Chi fa una ragnatela? La fanno i ragni allo scopo di catturare le prede. La ragnatela ti blocca. Che senso ha andare da qualche parte? Vai al sito, ordini un mucchio di prodotti e te li portano subito. Il film lo guardi sul computer. Lavori in internet: prendi le ordinazioni per la creazione dei siti web, fai dei depliant, opuscoli... Hai ricevuto l'ordine, fatto subito il lavoro al computer, l'hai mandato, e ti sono arrivati i soldi sul tuo conto online.
L'uomo si è fuso con la macchina. Non esce più, vive in un mondo virtuale, nel mondo artificiale. Il mondo virtuale è stato sviluppato talmente tanto da poter darti qualsiasi volto, da poterti dare persino il sesso virtuale. Assumi un'immagine (avatar), metti il casco, i guanti, e comunichi virtualmente, mentre stai in camera tua.
Non si usa più la forza dell'uomo, si usa soltanto il suo cervello. Prima l'uomo poteva ottenere qualcosa usando la forza, i pugni, il suo lavoro.
Usando il cervello dell'uomo, internet assorbe l'anima umana, la annienta.- E dopo l'anima, si elimina anche lo spirito. Anche le frequenze del monitor influenzano... solo ultimamente hanno iniziato a fare dei monitor con le frequenze dell'ambiente, ma quelli vecchi erano molto dannosi.
...i portatili e tablet, con i monitor a cristalli liquidi (pseudo colori) che creano un'irradiazione morbida che influenza il cervello attraverso la retina..."
...I vecchi monitor funzionavano sulla frequenza 50 Hz, e alla gente si stancavano subito gli occhi, si diventava irritabili. Poi sono arrivati i monitor con la frequenza 60, 75, 85 Hz. E sono arrivati i televisori con la frequenza dei monitor 100 Hz. L'occhio si stancherà molto meno, ma aumenterà la sensibilità alla pubblicità, all'informazione trasmessa: la dipendenza in generale aumenterà. Se vedete la documentazione tecnica, gli schermi dei computer 640x480 arrivano a 250 Hz... su queste frequenze ti possono programmare come un computer."

La passione per il digitale e la virtualizzazione del nostro spazio vitale non sono così innocui come sembrano. Le nuove tecnologie hanno portato a casa nostra anche le nuove malattie. Ci sembra che non sia successo nulla di grave se abbiamo passato tutto il giorno davanti al computer. In realtà, la permanenza continua nello spazio virtuale comporta una serie di cambiamenti fisiologici, per nulla innocui. Si tratta di una dipendenza simile a quella dall’alcol, dal gioco o dalla droga.
La dipendenza da internet è un disturbo psicologico, neurologico e psico-neurologico collegato alla disfunzione, durante l’uso degli strumenti digitali: PC, smartphone, tablets, gadgets, della normale e funzionale asimmetria del cervello e della sostanza bianca, nonché alle disfunzioni nell’attività del sistema nervoso periferico (per esempio, la sindrome del tunne carpale) .
Fatevi alcune domande e rispondete con sincerità, senza nascondere la verità.
Ultimamente, avete avuto uno dei seguenti sintomi?
  • la necessita ossessiva di controllare la posta elettronica;
  • una piacevole eccitazione al pensiero di collegarsi alla rete;
  • la crescente durata della permanenza in rete;
  • la passione per lo shopping online;
  • il miglioramento dell’umore dopo essersi collegati;
  • una reazione negativa nel caso in cui il navigante deve interrompere la seduta, possibile aggressione nei confronti di una persona a causa di tale interruzione;
  • l’impossibilità di stabilire in anticipo l’orario dell’interruzione della seduta;
  • la trascuratezza nei confronti del proprio aspetto, degli impegni sul lavoro e in casa, dello studio, dell’igiene;
  • il restringimento del cerchio dei contatti, la dominanza delle conoscenze online, con le quali si passa più tempo che con gli amici reali;
La dipendenza digitale è, in realtà, una malattia che incide molto negativamente sull’attività del cervello. Nella nostra epoca ha assunto il carattere di una pandemia. Centinaia di milioni delle persone ne sono afflitte, ma non è nemmeno pensabile ricevere un valido aiuto medico o guarire da questa malattia. Semplicemente perché gli specialisti in materia sono pochissimi, e la maggioranza dei navigatori della rete non sospetta di sottoporsi ad una minaccia reale e non virtuale. La passione per la realtà virtuale prima o dopo porterà a delle malattie fisiche, dalle quali sarà difficile o impossibile guarire.
Purtroppo, la dipendenza dal computer non passa senza lasciare traccia. Ma come un alcolizzato si rifiuta di stabilire un nesso tra il peggioramento della salute e il consumo dell’alcol, anche colui che soffre di dipendenza da internet si comporta nella stessa maniera.
La vista è peggiorata? Ma è a causa di troppo lavoro, e poi con l’età, succede a tutti.
Di notte non si dorme? E’ lo stress.
La schiena fa male? E a chi non fa male, c’è tanta gente che se ne lamenta.
Un web-dipendente, come un alcolizzato, non è in grado di capire che la passione per il web si paga, e a caro prezzo.
Le passioni che finiscono con una dipendenza si pagano sempre con la salute, perché l’uomo deve svilupparsi armonicamente. Se doveste appassionarvi agli scacchi giocando per 15 ore al giorno, dimenticando delle passeggiate all’aria aperta, ciò inciderà sulla vostra salute. Perché con internet sarebbe diverso?
Ora leggete bene ciò che è scritto sotto, e dite se avete uno o più sintomi elencati. Siate sinceri, a se stessi non conviene mentire.
I sintomi fisici della web-dipendenza:
  • il peggioramento della vista;
  • l’abbassamento delle difese immunitarie;
  • il mal di testa;
  • una crescente stanchezza e, nei casi cronici, una stanchezza cronica;
  • i disturbi del sonno, l’insonnia;
  • i dolori alla schiena;
  • la sindrome del tunnel carpale;
  • l’estrema irritabilità;
  • l’aggressività nei confronti del prossimo;
  • il peggioramento della memoria, vuoti di memoria anche nei giovani;
  • le allergie;
  • le reazioni neurotiche;
  • le fobie;
  • un brusco peggioramento dell’attenzione, le difficoltà di concentrarsi su qualcosa, il peggioramento della capacità di ricordare e di assimilare l’informazione. L’estrema stanchezza se si deve leggere i testi lunghi;
  • I dolori nel corpo, la sciatica;
  • Il comportamento asociale, la riduzione dei contatti con le persone in carne e ossa, le difficoltà dell’adattamento;
  • Il sintomo principale è la crisi di astinenza in assenza della possibilità di collegarsi a internet, il nervosismo, l’irritabilità, la confusione e la paura, la sensazione di non valere niente nel mondo reale;
  • L’assenza degli interessi nel mondo reale, il disprezzo verso ciò che è reale;
  • I disturbi psichici, la depressione, la sindrome depressivo maniacale, la psicosi ed altro. Una lunga permanenza davanti al computer influenza molto negativamente la psiche umana, non passa mai senza lasciare delle gravi conseguenze.
Il mondo delle nuove tecnologie ha portato le nuove malattie. Spegnete il computer e non lo riaccendete per almeno 24 ore. Se lo sopportate bene, se vi trovate un’altra occupazione e non sentite la nostalgia del piccolo schermo, questo significa che siete a posto.
Se invece vi sentite male, non sapete cosa fare e aspettate che le ore per poter tornare al computer passino in fretta, sarebbe meglio pensare seriamente alla vostra malattia (è una malattia, lo sottolineo) e a come curarla. Pensate a questa semplice verità: tutto ciò lascerà una traccia. Tra 10-15 anni dovreste frequentare degli studi medici cercando di tenere sotto controllo un mucchio di malattie. E’ una brutta prospettiva, e peraltro, vi è assicurata.
Il primo passo per rimuovere il problema della dipendenza da internet è diventare consapevoli della sua esistenza. Se non avete capito di trovarvi in una zona di rischio, non si può fare nulla. Soltanto dopo aver capito che il problema esiste, potete cambiare la situazione.
Il secondo passo è il bisogno dell’auto controllo. Non appena iniziate a cliccare qualsiasi pubblicazione in internet o nei social, dovete darvi il comando: stop.
In internet si va per avere uno scopo concreto e per cercare un’informazione concreta. Non c’è nulla di male se controllate la posta elettronica 2-3 volte al giorni, ma se lo state facendo 10-15 volte all’ora, è un serio problema, il sintomo della web-dipendenza. Stabilite le regole, mettete una sveglia o un timer. Due ore di internet al giorno sono sufficienti, e ne basteranno anche meno. Iniziando a navigare, accendete anche il timer. Dopo due ore, fate uno sforzo e alzatevi dalla scrivania, per oggi basta.
Il terzo passo è la ricerca di un’attività alternativa o di un hobby. Non riuscirete a liberarvi dalla web-dipendenza con niente. Iniziate ad appassionarvi alle passeggiate, all’uncinetto, a qualsiasi cosa non legata al web.
Il modo migliore per liberarvi dalla dipendenza dal computer lo offre la meditazione. La meditazione ripristina la struttura del cervello, normalizza lo sfondo ormonale, abbassa la voglia del digitale. Potrete leggere dei programmi specializzati qui: La rimozione della web-dipendenza
Pensate al fatto che la digitalizzazione della società non avviene semplicemente perché è andata così, questa porta profitti ad una stretta cerchia dei multimiliardari che se ne prendono una parte da leone. Le persone più ricche del pianeta non sono i cantanti o i letterati, gli scienziati o i politici, ma i padroni dei social network, gli sviluppatori dei sistemi operativi, dei messenger e dei negozi online. Tra l’altro, lo stesso Bill Gates vieta alla figlia di usare internet per più di 2 ore alla settimana; ci sarà un serio motivo? I ricchi non stanno delle ore online, non li troverete nei social. Pensate anche a questo. L’umanità deve capire che razza di jinn ha fatto uscire dalla bottiglia, e mentre essa sta pensando, voi agite, si tratta della vostra vita e della vostra salute.

Conclusioni.

L’umanità ha sviluppato delle tecnologie digitali senza aver riflettuto sui possibili danni per la salute. Al primo piano è l’intento di usarle per l’arricchimento personale: internet, computer, smartphone sono una fonte di reddito per un piccolo gruppetto dei ricchissimi.
Ufficialmente, i danni causati da troppa rete, non si riconoscono. Il peggioramento della memoria, l’abbassamento della concentrazione si usano dal potere per una manipolazione delle masse. Il 95% dell’informazione che gira in rete è spazzatura, anche se un uomo comune fatica a distinguere tra l’informazione veritiera e quella trash.
La permanenza eccessiva in rete è una malattia che comporta la modificazione della struttura del cervello e il peggioramento della salute fisica e psichica. Ne sono vittime soprattutto i giovani, i quali in futuro, verso i 50 anni, inizieranno a pagare caro la passione per la rete. La web-dipendenza porterà all’alienazione e ai problemi nei rapporti interpersonali.
L’unico modo per liberarsi dalla dipendenza da internet è il riconoscimento del problema e uno sforzo consapevole per rimuoverla. La medicina ufficiale è praticamente impotente e non può proporre un valido mezzo per combattere questo problema.
Non tardate. Iniziate a combattere la web-dipendenza già adesso.

APPENDICITE ACUTA E GUARIGIONE SPONTANEA INDOTTA

APPENDICITE ACUTA E GUARIGIONE SPONTANEA INDOTTA
Carissimi, ecco un'altra testimonianza di come la fiducia nelle leggi naturali, ancora una volta mi ha premiato. A marzo di quest’anno, un intenso dolore nella zona ipogastrica destra mi raggiunge; pensando fosse un pò di colite non mi preoccupo più di tanto. 2 gg dopo però si aggiunge anche una febbriciattola di 38 gradi e quindi solo soletto mi incammino verso il PS di Castiglione d. S. ; come sospettavo dopo vari esami di routine mi diagnosticano una appendicite acuta con indicazioni di somministrazione antibiotica, immediato ricovero con intervento chirurgico. Dopo avere constatato il mio stato psicoemotivo e fisico generale (durato circa 10 secondi), opto per la rinuncia di tutto quanto; prima di farmi firmare il documento del rinuncia, la dottoressa molto “”gentilmente”” mi “”suggerisce”” quanto segue: ma si rende conto che lei sta mettendo a rischio la sua vita? Ed io per farla breve le risposi un si un pò sfumato. Poi intanto che prepara le carte mi guarda e mi “”suggerisce””: se vuole può andare in un altro ospedale ….. però lo faccia!
Per farla breve: i giorni seguenti ho assunto solo estratti di frutta e verdura bio circa 4 tazze al giorno, tre tisane di salvia (ottimo antibiotico naturale) e un preparato della biosterine(antiinfiammatorio naturale) per raffreddare l’appendice. I rimedi servono ma sono periferici…centrale sono gli estratti o il digiuno ma soprattutto una forte predisposizione mentale.
Il giorno dopo non avevo più la febbre e nei giorni seguenti i cataplasmi di argilla mi aiutano a contrastare il dolore; nella seconda settimana ho cominciato a mangiare qualche pappetta liquida , alla fine delle 2 settimane stavo molto bene a parte qualche dolorino tollerabilissimo.
CONCLUSIONI: questa è solo una testimonianza personale NON UN ESEMPIO DA SEGUIRE!!! Inoltre gli ospedali servono ed è un bene che ci siano.. soprattutto la medicina d’urgenza; personalmente voglio solo sottolineare che le leggi della natura non sbagliano mai … bisogna però saperle interpretare avendone piena fiducia e sentendo che la vita Ci sostiene sempre !!!

F Z

domenica 5 agosto 2018

L'INTESTINO, IL SECONDO CERVELLO

La chiave di stress, ansia e tensione è nella pancia. Qui, infatti, si trova un vero e proprio secondo cervello, con importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo che regola le emozioni, i ricordi e il piacere. A lungo l’intestino e’ stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali.
La verità è che la nutrizione influenza il nostro pensiero e la nostra mente inconscia in una proporzione addirittura del 90%!

“Sappiamo che, per quanto il concetto possa apparire inadeguato, il sistema gastroenterico è dotato di un CERVELLO. Lo sgradevole intestino è più intellettuale del cuore e potrebbe avere una capacità “emozionale” superiore.
È il solo organo a contenere un sistema nervoso intrinseco in grado di mediare i riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale.”
Lo afferma Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University autore del best seller “Il Secondo Cervello” – “Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino – spiega l’esperto americano ‐ producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere“

“Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo. E non a caso le cellule dell’intestino – aggiunge Gershon – producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. L’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. E a input interni: emozioni e abitudini.” Studi su cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, ‘hanno dimostrato l’esistenza di un asse pancia-testa. Per Gershon e’ la prima a dominare, almeno in certi campi.

La serotonina è coinvolta in numerose e importanti funzioni biologiche: ciclo sonno-veglia, desiderio sessuale, senso di fame/sazietà, umore e peristalsi. Avere un livello di serotonina bassa può comportare disturbi dell’umore, problemi di natura sessuale, problemi a dormire, problemi a defecare, accentuare l’ansia e contribuire a stati depressivi.
La serotonina interviene nel controllo dell’appetito e del comportamento alimentare, determinando una precoce comparsa del senso di sazietà, una minore assunzione di carboidrati a favore delle proteine e una riduzione, in genere, della quantità di cibo ingerita. Non a caso, molte persone che lamentano un calo dell’umore (ad esempio una depressione pre-mestruale, vedi sindrome pre-mestruale) avvertono un bisogno importante di dolci (ricchi di carboidrati semplici) e cioccolato (contiene e favorisce la produzione di serotonina, perché ricco di zuccheri semplici, oltre che di sostanze psicoattive).
La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale e’ pari al 90% dello scambio totale, sostiene il ricercatore. Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere.

Il cervello di sotto quindi, non è solo legato alle reazioni al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare sensazioni autonomamente da quello di sopra, come insegna la neurogastroenterologia, vedi la colite, l’ulcera, i bruciori di stomaco ecc. che sono proprio malattie causate dallo stress (emozioni forti, non digerite) ed i mediatori con causali sono poi i batteri che si mutano perché le condizioni del terreno intestinali di pH sono variate.

Dunque stress e ansia pesano sull’intestino e ne alterano il funzionamento. Ma e’ vero anche il contrario: dieta e disordini intestinali sono collegati a variazioni dell’umore. Insomma, nella pancia c’e’ un cervello che assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche informazione ed emozioni che arrivano dall’esterno. E che copre un’area vasta: il tessuto intestinale srotolato ha dimensioni di 200-250 metri quadri, ed e’ abitato da 10.000 miliardi di cellule batteriche. Per trattare i disturbi di funzionali del tratto gastroenterico varie tecniche di meditazione si sono dimostrate utili.

La neuroacustica può aiutare:

La digiunoterapia anticancro del naturopata austriaco Rudolf Breuss

Rudolf Breuss era un guaritore ed erborista austriaco che ha studiato la medicina popolare e le proprietà di tutte le erbe e dell’organismo umano per votare la sua vita a curare le malattie che affliggono l’uomo. Nato nel 1899, si è dedicato costantemente alla ricerca e al trattamento delle malattie definite “incurabili” per la medicina moderna. Breuss ha stimato che nel 1986 aveva già guarito 45 000 pazienti affetti da cancro e altre malattie “incurabili” grazie ai suoi metodi che esporrò qui di seguito. E’ autore di un libro diventato celebre tradotto anche in italiano (attualmente fuori catalogo, ma disponibile in altre lingue) intitolato “Cancro Leucemia – E altre malattie apparentemente incurabili sono guaribili con metodi naturali“.


Ecco cosa scriveil dottor F. B. di Berchtesgaden nell’introduzione al suo libro

Rudolf Breuss è giunto alla nuova forma della cura del digiuno, da lui messa a punto. Il digiuno, e questo per me rimane un punto fermo, è e resta il più valido metodo per vincere le malattie. La mia esperienza, di centinaia di casi, mi ha continuamente dimostrato non esservi nulla che agisca tanto a fondo ed in modo talmente completo, quanto la rinuncia volontaria al cibo ed il consentire l’azione della forza risanatrice interna, che ogni uomo porta in sé.
Breuss fu uno dei pochi empirici a porre la sua fiducia in questa energia ed a modificare ampiamente la cura del digiuno, quale fu insegnata, negli anni trenta, dal dott. Otto Buchinger, cercando di adattarla alla nostra cultura attuale. Il nostro errore, oggi, è quello di aggrapparci ancora troppo alle indicazioni passate di Buchinger e anche di Waerland: prescriviamo i succhi senza integrarli con le corrispondenti erbe, inoltre fissiamo una durata troppo breve per la cura. In questo senso, Breuss ha introdotto idee completamente nuove nella cura del digiuno, nei casi di cancro; egli merita quindi la massima ammirazione, per il coraggio dimostrato, quando intraprese il primo tentativo di far digiunare un canceroso per 42 giorni di seguito. Di solito, infatti, le cliniche che curano con il digiuno, applicano una cura della durata di 21 giorni. Generalmente, i malati che intendono seguire questa strada, preferiscono la cura breve, perché non hanno idea di quanto tempo occorra all’organismo per superare una malattia grave.


E’ molto più naturale e concreta la strada percorsa da Breuss, con il suo ragionamento: “Il tumore deve essere divorato dall’organismo stesso, durante la cura del digiuno!” Mediante il digiuno il corpo elimina tutto quanto gli è estraneo, poiché separa tutto ciò che è malato, da ciò che è sano.


Per la sua cura di 42 giorni, Breuss ha ideato una mistura di succhi, composta per la maggior parte di rape rosse, carote, sedano, rafani e patate. Quest’ultima componente, viene ignorata nelle cliniche del digiuno, a causa del sapore sgradevole, ma è proprio questo l’ingrediente più importante, quello che permette di ottenere il migliore risultato, in particolar modo nei casi più gravi. Se si vuole eliminare il succo di patata, Breuss consiglia allora l’assunzione di decotto di bucce di patata, negli intervalli fra i succhi. Metodologia che anch’io condivido.


Alcuni giorni prima dell’inizio del digiuno, Breuss inizia a somministrare un quarto di litro della mistura, affinché il malato vi si abitui. Anche riguardo alla restante somministrazione di liquidi, sempre molto generosa, sono d’accordo con lui. E’ inoltre particolarmente utile il ricorso a speciali decotti d’erbe, che hanno la funzione di riordinare il ricambio disturbato. La cura viene completata da una speciale mistura di decotti d’erbe per i reni, accanto alla salvia e al geranium robertianum. Egli consiglia anche il decotto di calendula, che dai tempi antichi è nota per le sue qualità anticancerose. Le sue indicazioni sono completate da precise istruzioni sul modo di preparare le tisane.


Breuss afferma di aver guarito più di mille cancerosi mediante la sua cura. Ed aggiunge, molto correttamente, “purché i malati non siano stati già trattati con irradiazioni e altre terapie pesanti anticancerose, nel qual caso non vi è stato successo.”Questa affermazione coincide perfettamente con la mia esperienza, un trattamento biologico, può essere accompagnato da successo, soltanto quando le difese dell’organismo non sono state preventivamente danneggiate da mezzi chimici potenti. Breuss torna continuamente a ripetere la sua convinzione: il tumore è una escrescenza autonoma e le sue cellule possono essere divorate solo affamando l’organismo, con la cura dei succhi.


L’esperienza della cura del digiuno, infatti, ci insegna che il corpo, digiunando, elimina tutto ciò che gli è estraneo. Questa è stata anche la mia convinzione in tutti gli anni della mia attività.




Fino al 1990, gli ammalati guariti dal cancro, e da altre malattie apparentemente incurabili, con le terapie di Breuss, dovrebbero, secondo un calcolo per difetto, essere circa 45.000. Se la cosiddetta ricerca per il cancro e la scuola di medicina fossero state dalla mia parte, anziché contro di me, molto probabilmente potrebbero essere più di un milione! Anche nel caso di operati, irradiati e trattati con la chemioterapia, per molti la speranza non è ancora persa!”
Perché il digiuno è la migliore medicina per ogni malattia


Il dottor Paolo Cataldi, medico chirurgo, specializzato in malattie dell’apparato digerente, passato negli anni ’80 alla medicina naturale, afferma:




“L’apparato digerente, è quello che, più di ogni altro organo del nostro corpo, ha bisogno di energia per funzionare. Nel digiuno, questa attività così impegnativa, viene completamente eliminata e nell’organismo accadono cose sorprendenti. Il corpo, libero da questo impegno, concentra la sua forza nel rigenerare gli organi, espellendo tutte le tossine accumulate nel corso del tempo”


“Tutta questa ostilità [della medicina moderna al digiuno] deriva dal fatto che questa cura non costa nulla. Il digiuno non è redditizio, non porta soldi.”


Infatti come abbiamo descritto in diversi articoli (vedasi Medici rivelano: Le ricerche sono false, il cancro è una frode! e Il New England Journal of Medicine denuncia l’inganno delle case farmaceutiche e la corruzione di molti medici) tutte le cure sono finanziate dalle case farmaceutiche che hanno fatturati più grandi di tutte le nazioni europee messe insieme. Un ciclo di chemioterapia per una persona porta nelle tasche di big pharma più di 50.000€.


Ho descritto in numerosi articoli le proprietà del digiuno che invito a leggere per capire la potenza di questa cura che viene praticata fin dall’origine dell’uomo ed è descritta in ogni testo di medicina anticha:
Come mettere in pratica il Metodo Breuss


Il trattamento completo di Breuss per il cancro dura circa 42 giorni. Poiché le cellule tumorali hanno un metabolismo molto diverso rispetto alle cellule normali, la dieta Breuss fa morire di fame le cellule tumorali non fornendo alcuna proteine alimentare solida, e mantiene invece in vita le cellule sane.


Durante i 42 giorni di digiuno, si beve solamente e non si assume alcun cibo solido. Breuss insiste rigidamente che i malati di cancro non sono autorizzati a bere / mangiare qualcosa di diverso rispetto agli estratti di verdura e tisane. Tutte le verdure utilizzate devono essere coltivate con metodo biologico e i sedimenti devono essere rimossi. Il suo metodo infatti afferma che il cibo solido toglie energia all’organismo che invece deve dedicarsi a “digerire” l’ammasso tumorale. Pertanto, se si beve solo estratti di verdura e tisane per 42 giorni e le cellule cancerose muoiono mentre le cellule normali continuano a funzionare.


Breuss non è il primo ne l’ultimo ad applicare il metodo degli estratti di frutta e verdura per curare il cancro. In America le cliniche di Herbert Shelton e Norman Walkerhanno curato migliaia e migliaia di persone da malattie incurabili applicando questi e altri rimedi naturali (come i lavaggi del colon per esempio).
Il succo anticancro di Breuss


Rudolf Breuss ha sviluppato questa formula composta da barbabietole, carote, sedano rapa, ravanello, e patate in rapporti specifici, per fornire un equilibrio di elementi di base necessari per il nutrimento del corpo.


Ingredienti


300 gr barbabietola
100 gr carota
100 gr sedano
1 patata piccola
30 gr ravanelli


Indicazioni


Mettere tutti gli ingredienti in una centrifuga/frullatore e mescolare bene.
Versare in un bicchiere e bere lentamente.


Per i dettagli della procedura completa che include le tisane rimando alla lettura del libro (nelle prossime settimane pubblicherò altri consigli estratti dal testo originale). Per la pratica del digiuno è importante essere seguiti da qualcuno esperto se siamo in presenza di malattie da curare.
Il metodo Breuss a fine preventivo


Per chi vuole applicare questi consigli per prevenire ogni malattia e aumentare la propria energia consiglio:
Digiuno di 16-24 ore un giorno a settimana, l’ideale è il sabato o la domenica o un giorno in cui non lavoriamo e possiamo dedicarci a noi stessi
Bere 500ml di succo di Breuss durante il giorno di digiuno. Aiuta a depurare l’organismo ed espellere le tossine.


http://aprilamente.info/la-digiunoterapia-anticancro-del-naturopata-austriaco-rudolf-breuss-che-ha-curato-45-000-persone/?utm_content=Apri+la+Mente


Cancro Leucemia e altre malattie apparentemente incurabili sono guaribili con metodi naturali
Consigli per la prevenzione e cura di molte malattie
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